11 agosto 2009: giornata di azione globale per l’Honduras

A più di un mese dal golpe militare in Honduras e a 38 giorni di instancabile lotta di migliaia di contadini, donne, indigeni, maestri, studenti, sindacalisti, professionisti e gente comune delle città e dei campi per sconfiggerlo e restaurare la democrazia e la dignità, la repressione golpista non ha scalfito lo spirito di lotta dell'eroico popolo honduregno.

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Unasur: verso il vertice di Quito

 

 

L’Unasur, il blocco geopolitico delle nazioni sudamericane si appresta a celebrare a Quito un vertice di particolare delicatezza. La convocazione del prossimo 10 di agosto servirà formalmente a sancire il passaggio di consegne della presidenza di turno dal Cile all’Ecuador. E, nella sostanza, sarà teatro di discussione dei due temi portanti dell’attualità politica regionale: la crisi honduregna e le tensioni tra la Colombia e l’asse bolivariano.

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Honduras: Violenta repressione contro manifestazioni popolari

Tegucigalpa - Truppe dell'esercito e delle forze speciali della polizia dell'Honduras hanno attaccato ieri una manifestazione pacifica che chiedeva ancora una volta il ripristino dello stato di diritto nel paese, causando un numero ancora imprecisato di feriti. Dirigenti del Fronte Nazionale contro el Golpe hanno definito brutale l'azione militare, ribadendo che la repressione del governo illegittimo non avrà altro effetto se non quello di indurire la resistenza del popolo onduregno.

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Il vertice del Mercosur condanna il golpe in Honduras

Giuseppe De Marzo A Sud [uscito su Carta.org il 28 Luglio 2009] - Oltre alla discussioni delle questioni tra i paesi membri, il trentasettesimo vertice del Mercosur chiede il ripristino dell'ordine costituzionale in Honduras. Si è tenuto ad Asunción, capitale del Paraguay, il trentasettesimo vertice del Mercosur, l’organizzazione sovranazionale che riunisce Argentina, Brasile, Paraguay e Uruguay. All’incontro hanno partecipato, come di consueto, anche i membri associati Bolivia e Cile, oltre al Venezuela, che da più di due anni attende di essere inserito all’interno della membership ufficiale dell’organizzazione.

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Honduras, l’esercito blocca la frontiera a Zelaya

"Se il presidente esiliato dell'Honduras, Manuel Zelaya, dovesse decidere di rientrare in modo permanente nel paese sara' arrestato, come vuole la Costituzione": e' l'avvertimento lanciato dal leader del governo de facto, Roberto Micheletti, che ha definito "irresponsabile" la decisione di Zelaya di fare ritorno in patria. Il deposto presidente dell'Honduras Manuel Zelaya e' rientrato nel Paese attraversando a piedi il valico di frontiera di Las Manos, dove si e' intrattenuto a parlare con un colonnello dell'esercito honduregno. L'arrivo di Zelaya, che e' stato definito "imprudente" dal segretario di Stato Usa Hillary Clinton, era stato preceduto da scontri fra i suoi sostenitori, giunti a riceverlo, e la polizia che li ha bloccati a El Paraiso, a una decina di chilometri dalla frontiera, chiusa dall'esercito che ha imposto il coprifuoco nella zona.

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Honduras: Zelaya pronto a tornare. Micheletti caccia diplomatici venezuelani

Il presidente costituzionale dell'Honduras Zelaya ha annunciato che oggi stesso rientrera' in Honduras: tornare e' un mio diritto. Fallito il tentativo di mediazione del presidente del Costa Rica. Zelaya sembra pronto alla prova di forza e, quasi un mese dopo il golpe che lo ha defenestrato dal potere a Tegucigalpa, si dichiara intenzionato a rientrare in patria:'Il popolo ha il diritto di disubbidire' e ha chiesto alla comunita' internazionale di 'lanciare misure contro i golpisti'. Inrtanto ieri 22 luglio il governo de facto di Honduras guidato da Roberto Micheletti ha rotto ogni rapporto con il Venezuela, dando un ultimatum di 72 ore ai diplomatici inviati da Caracas per lasciare il Paese.

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Honduras, fallisce la mediazione. Insulza: Nessun intervento militare

L’Osa “aumenterà la pressione” sul governo ad interim dell’Honduras, ma nessun esercito straniero “creerà violenza” nel paese centroamericano. Lo ha detto il segretario generale dell’Organizzazione, il cileno José Miguel Insulza, preannunciando un vertice straordinario per la giornata di oggi. Il fallimento della seconda mediazione del presidente del Costa Rica, Oscar Arias, ha spinto Insulza a puntare nuovamente il dito sul governo “de facto” dell’Honduras: “Questo è un golpe fallito e devono riconoscerlo”, ha detto senza anticipare quali misure potrà adottare l’organizzazione che nelle settimane scorse ha sospeso Tegucigalpa dal suo seno. “Non ci sarà un momento in cui un esercito, di nessuna parte, potrà portare violenza da fuori in Honduras”, ha poi detto Insulza conscio delle tante - più o meno dirette - proposte di intervento militare fatte da altri paesi della regione, Venezuela in primis. L’Organizzazione con sede a Washington inoltre, non potrà “ritenere legali le elezioni che si produrranno nel quadro di un regime ‘de facto’, in circostanze nelle quali chi vuole legittimare il voto è chi ha rovesciato il presidente legittimo”.
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Honduras: quando la democrazia, voluta da molti, non conviene a pochi

Honduras, Micheletti: Rinuncio alla presidenza se Zelaya non torna - Sabato riprendono i colloqui organizzati dal mediatore, il presidente del Costa Rica Oscar Arias mentre in Honduras, il presidente de facto Roberto Micheletti ha dichiarato di essere disposto a lasciare il suo ruolo se l'altro presidente, il deposto Manuel Zelaya, rinuncerà a ritornare in patria. La proposta sarebbe stata presentata anche a Washington e sabato, in occasione dei colloqui organizzati dal mediatore, il presidente del Costarica Oscar Arias, si avrà una risposta. Al momento si registra la preparazione di diverse manifestazioni di protesta a Tegucigalpa da aprte del Fronte di resistenza contro il golpe e l'appello all'insurrezione lanciato da Zelaya. Inoltre in Honduras è stato reintrodotto il coprifuoco che durerà cinque ore al giorno.

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