Roma: Terra Dei Fuochi A Centocelle

Roma: Terra dei fuochi a Centocelle

1[di Luca Monaco su Repubblica Roma] C’è una “terra dei fuochi” tutta nostrana al centro del polmone verde di Roma Est. Tonnellate di rifiuti speciali (montagne di stracci, carcasse di automobili, matasse di fili elettrici e molto altro ancora) bruciano dal primo gennaio nel canalone di epoca fascista sul lato Ovest del parco archeologico di Centocelle. L’ex cunicolo scavato nel 1941 è diventato il braciere di un rogo tossico che mette a rischio la salute di decine di famiglie residenti nelle vicine case popolari in via di Centocelle 3 e 5.

 

La procura nei giorni scorsi ha aperto un fascicolo contro ignoti. Spetterà ai magistrati quantificare l’entità del danno ambientale, rintracciare le responsabilità. Non sarà semplice ricostruire una vicenda che probabilmente prende le mosse dallo sgombero dell’ex campo nomadi Casilino 700, nel novembre del 2009, «e che poi è proseguita – assicurano al comitato Parco archeologico Centocelle bene comune (Pac) – alcuni dei materiali che sono venuti alla luce finora, sembrano più recenti».
Si dovrà indagare sulla qualità degli interventi di bonifica finanziati negli anni, a partire proprio da quello avviato nel 2009. I cittadini attendono risposte. Sono stati loro a denunciare la maxi-discarica interrata: per giorni una nuvola di diossina ha avvolto le case popolari a 300 metri dal cuore dell’incendio. I fumi correvano lungo i cunicoli che si intrecciano nel sottosuolo e uscivano dalla voragine profonda 17 metri, larga più di tre, che si era aperta a Pasqua 2016 in un cortile condominiale. Sono partite immediatamente le segnalazioni agli organi competenti.

 

Finché – come documenta Roma Today – il 4 gennaio sono intervenuti una prima volta i reparti speciali dei vigili del fuoco. Non è stato sufficiente. «Il 16 gennaio – ricostruisce Roberta Ricci del Pac – le squadre del dipartimento Ambiente del Comune hanno smosso la terra con una pala meccanica per spegnere l’incendio». Così sono venuti alla luce i rifiuti stratificati per decine di metri nel sottosuolo. «Hanno aperto una finestra sul problema – continua Ricci – ma chissà quanta parte del parco, 120 ettari, è stata inquinata».

 

L’ultimo intervento di bonifica documentato è del 31 gennaio 2015. Si mosse l’Ama su disposizione del Servizio risanamenti ambientali del Comune: furono abbattute 30 baracche abusive e raccolte 440 tonnellate di rifiuti in superficie. Il 9 febbraio dell’anno successivo, la ditta che aveva vinto l’appalto per la riqualificazione del secondo lotto del parco comunicò al Comune la sua messa in liquidazione. «Così i 2,8 milioni di euro già stanziati sono rimasti bloccati – scrive nella denuncia presentata in Procura il consigliere comunale di Fratelli d’Italia, Francesco Figliomeni – chiediamo l’intervento del ministero all’Ambiente per rilevare i livelli di inquinamento». L’Arpa ha già concluso i primi sondaggi. L’inchiesta sulla “terra dei fuochi” di Roma è appena iniziata.

 

(Pubblicato il 17 febbraio 2017)