Nigeria: l’Italia offre due unità navali. Si ferma il processo contro Okah
La notizia la trasmette l’Ansa questa mattina da Luanda in Angola: “L´Italia offrira´ presto alla Nigeria due unita´ navali, senza uomini a bordo, per il pattugliamento del Delta del Niger. Lo ha annunciato Franco Frattini a Luanda, poco prima di trasferirsi in Nigeria, seconda tappa della sua missione in Africa. Il ministro degli Esteri ha precisato che sono state individuati due pattugliatori della Guardia di Finanza per garantire maggiori condizioni di sicurezza nella regione del Delta del Niger. Come e´ noto, nell´area l´Eni ha ingenti interessi nel campo degli idrocarburi.”
Il viaggio pubblicizzato come dimostrazione del rinnovato interesse dell’Italia per il continente africano “l’Italia può essere sia un attore politico per la risoluzione di problemi regionali e globali, ma anche un partner per un continente che è terra di opportunità economiche, e non più solo di fame e povertà. Il ministro discuterà quindi con i partner africani di sicurezza globale e regionale, in vista del vertice G8 della prossima estate sotto presidenza italiana, ma si adopererà anche per rafforzare i rapporti bilaterali”.
Ma la notizia di questa mattina svela in realtà quale tipo di “cooperazione” e quale sia il modo di “rafforzare i rapporti bilaterali”. A fine gennaio a Madrid in occasione del vertice globale sulla sicurezza alimentare Frattini aveva rilanciato l’impegno dell’Italia nella lotta alla fame: in tale occasione il ministro aveva dato pieno sostegno alla nascita del Partenariato globale per la Sicurezza alimentare e l’agricoltura, poi va in Nigeria a regalare due unità navali per combattere i militanti del Delta ( o per proteggere gli interessi dell’ENI come fa capire giustamente il corrispondente dell’Ansa).
Invece di tentare mediazioni di pace in quella povera e tormentata regione andiamo a portare le armi. Già Marco De Ponte, segretario generale di ActionAid, in occasione di questa prima missione di Frattini in Africa aveva ammonito: “Non si può parlare di partneriato con questo continente senza un vero rilancio della Cooperazione allo sviluppo, senza affrontare il nodo cruciale degli stanziamenti per il settore. Il continente africano necessita di investimenti a lungo termine per poter contrastare la crisi alimentare e far uscire milioni di persone dal circolo vizioso di fame e povertà, e gli aiuti internazionali sono più che mai importanti in questa fase di crisi complessiva.
Ricordiamo che a causa dei tagli della finanziaria, verranno a mancare 400 milioni alla Cooperazione italiana, significativamente orientata verso l’Africa. Nel 2009, senza un’inversione di rotta, gli aiuti toccheranno il punto minimo in 20 anni, ossia lo 0,09 per cento in rapporto al Pil. Queste cifre ci stanno facendo allontanare sempre di più dagli obiettivi europei che prevedevano già dal 2006 il raggiungimento dello 0,33 per cento del Pil, compromettendo anche il raggiungimento dello 0,56 stabilito dall’Ue come target da raggiungere entro il 2010”.
Dopo gli inglesi, che nei mesi scorsi con Gordon Brown, hanno offerto aiuto militare alla Nigeria per difendere i grandi interessi della Shell nell’area, scatenando la rabbia dei militanti, anche Berlusconi e il suo ministro hanno scelto di difendere manu militari gli interessi dell’Eni. Invece di puntare a fare pressione sul Governo nigeriano per una soluzione di pace e riconciliazione, che chiedono le popolazioni del Delta e i gruppi militanti più politicizzati, aiutiamo chi pensa di risolvere il problema delle genti del Delta con la repressione e le armi. Gordon Brown per quelle improvvide dichiarazioni è finito nel mirino dei gruppi ribelli (due inglesi sono gli unici detenuti non rilasciati dal Mend in questi mesi), stiamo cercando di fare la stessa cosa ?
Il Giudice Federale di Jos rinuncia al processo contro Henry Okah
Nessuno dei reati è stato commesso nella divisione di Jos e sono stato accusato di avere preconcetti verso l’imputato. Il giudice lascia e chiede la riassegnazione del procedimento. Accolta indirettamente la richiesta degli avvocati del leader del Mend che chiedevano lo spostamento del processo nella regione del Delta dove i reati sarebbero stati commessi. Nuovo comunicato del Mend contro l’Italia
Il giudice dell’Alta Corte Federale , J. Stephen Ada, che presiede a Jos il processo contro Henry Okah, il detenuto leader del Movimento per l’emancipazione del delta del Niger (Mend) ha abbandonato il caso, citando la necessità di evitare “strumentalizzazioni” nel processo.
Il giudice ha accettato indirettamente la richiesta da parte degli avvocati di Okah. Infatti l’avvocato e difensore dei diritti umani Femi Falana aveva richiesto, facendo riferimento ad altre sentenze emesse dall’Alta Corte Federale, di spostare e riassegnare il caso nello Stato dove i reati sarebbero stati commessi, preferibilmente a Yenegoa, nello Stato di Bayelsa nella regione del delta del Niger.
Nel prendere la sua decisione di riconsegnare il caso per una riassegnazione, il giudice ha fatto riferimento ad un’altra sentenza della corte federale sul “caso Ibori”, e al fatto“ che Okah non ha commesso nessuno dei 62 reati contestati nella divisione di Jos”.
Il giudice ha dichiarato che “la linea della Corte d’Appello rimane quella di far prevalere il diritto” in quanto il governo federale non ha fatto ricorso contro la sentenza . Il giudice si sarebbe ritirato anche per le accuse di parzialità che il team degli avvocati di Okah gli aveva rivolto, per aver voluto portare avanti per un anno un processo “segreto” in una regione “lontana mille miglia da dove sarebbero stati commessi i reati”. Il Capo della Pubblica accusa, Salihu Aliyu, ha confermato alla Reuters che il giudice si era ritirato dal caso, dopo le accuse di parzialità da parte del team degli avvocati di Okah.
Questa decisione sembra comunque ammorbidire l’atteggiamento del Governo nei confronti dei gruppi militanti che come precondizione di una seria trattativa di pace chiedono la liberazione del loro leader.
Il Mend infatti chiede a gran voce la liberazione del suo leader , catturato nel settembre del 2007 in Angola ed estradato in Nigeria da circa un anno. Okah, che giace in un carcere a Jos, nello stato centrale del Plateau, sarebbe malato e bisognoso di cure. Il suo processo è continuato in segreto in questo anno . Un eventuale spostamento del processo nella zona del Delta e la sua apertura al pubblico potrebbero sciogliere molte delle tensioni della Regione.
La cattura di Okah, avvenuta in circostanze misteriose poco dopo che lo stesso vice-presidente Jonathan era andato a incontrarlo nella sua residenza in Sudafrica, ha complicato il quadro nel Delta del Niger, privando di fatto i ribelli di una leadership ma anche il governo di un interlocutore rispettato e riconosciuto da tutti i combattenti.
Nell’ultimo anno, i gruppi ribelli hanno mostrato una minore capacità d’azione militare e anche un minor coordinamento, mentre il governo federale ha avuto un atteggiamento schizofrenico, promuovendo conferenze di pace e allo stesso tempo dando mano libera all’esercito nella regione del Delta.
Nonostante le sue ridotte capacità, il Mend tiene in ostaggio due cittadini britannici – Robin Barry Hughes e Matthew John Maguire dal 9 settembre scorso e ha annunciato che li libererà solo nel momento in cui anche Okah sarà liberato.
Edo Dominici
A Sud