I popoli originari del sudamerica contro l’IIRSA

Ai movimenti di tutto il mondo che solidarizzano con la causa dei popoli latinoamericani
A Lula da Silva, Presidente del Brasile
A Luciano Coutinho, Presidente della Banca BNDES del Brasile
Ai Presidenti del BID, della CAF, di Fonplata, e della Banca Mondiale
Al Segretario Generale dell’ONU
¡Sviluppo per la vita, non per le merci e la morte!
Le autorità originarie, le organizzazione indigene, i mallku, i leader e i dirigenti delle Nazioni originarie Aymara, Quechua, Poqra, Mapuche, Kichwa, Pemón, Miskitu, Wayuu, Guaraní, Ayoreo, Chiquitano tra le altre, come parte delle oltre 400 società e culture esistente con forme di “vivere bene” precedenti rispetto all’idea del cosiddetto “sviluppo” previsto dal progetto IIRSA, partecipando al Seminario Internazionale convocato dalla CAOI su “Popoli Indigeni e IIRSA” il 18 e 19 gennaio 2008 nella città di La Paz, Bolivia, contando sulla solidaria partecipazione della COICA – Coordinamento delle Organizzazioni Indigene della Conca Amazzonica, del Movimento dei Senza Terra del Brasile e di altre organizzazioni indigene di Venezuela, Paraguay, Uruguay, Nicaragua e Honduras, abbiamo adottato la seguente risoluzione, con l’intenzione di:
• INFORMARE che l’IIRSA – Iniziativa per l’Integrazione delle Infrastrutture Regionali Sudamericane – nata nel 2000, è un progetto che interessa 12 paesi sudamericani, proposto attraverso le autorità responsabili delle infrastrutture dei trasporti, dell’energia e delle telecomunicazioni. Il megaprogetto IIRSA è appoggiato principalmente da tre istituzioni finanziarie: il BID, la CAF e il Fonplata. È appoggiato inoltre dal cofinanziamento di ogni stato sudamericano, come il BNDES, e per altri attori come l’ Unione Europea. L’IIRSA è composta da 10 assi di “integrazione e sviluppo”, che comprendono 507 megaprogetti infrastrutturali nei tre campi, con un investimento di oltre 68,910 milioni di dollari ed è legato alla strategia del Plan Puebla Panamá. L’IIRSA include progetti di integrazione commerciale dei mercati, che rafforzerebbe il ruolo subordinato dei paesi latinoamericani verso i grandi importatori di materie prime e verso le multinazionali. Le nazioni ed i popoli indigeni stanno pagando le conseguenze e soffrendo gli impatti socio-ambientali del progetto. I rilievi dimostrano che l’IIRSA sta provocando una accelerata distruzione dell’Amazzonia e delle Ande, danneggiando i territori indigeni e sfollando numerose comunità originarie o costiere, causando perdita ella biodiversità, aggravando gli indici di povertà e mettendo a rischio la sopravvivenza delle future generazioni.
• RIBADIRE che siamo figli della terra e non suoi padroni, e nemmeno i suoi venditori, sfruttatori o distruttori. Difendere le nostre forme di vita come popoli ancestrali come alternativa legittima di benessere ed equilibrio con la natura e la spiritualità, mentre l’IIRSA vuole convertire i nostri territori in “zone di transito” delle merci, in buchi dell’estrazione mineraria, in fiumi uccisi dal petrolio. Se vogliamo strade – ma non a questo costo – non è per vedere passare camion delle multinazionali, ma per aiutare la nostra produzione comunitaria. Volgiamo che si dia priorità alla lotta contro l’analfabetismo e la denutrizione dei nostri popoli, e non il debito estero per il falso sviluppo dell’asfalto, del cemento e del ferro.
• DENUNCIARE che i governanti del Sudamerica propongono misure e leggi che poi non rispettano. Gli stessi che approvarono – con l’eccezione, come sempre , della Colombia – la Dichiarazione dei Diritti Dei Popoli Indigeni nel settembre 2007, la violando quotidianamente imponendo i progetti dell’IIRSA alle nostre comunità indigene e danneggiando la nostra vita e la nostra cultura. Inoltre, tutti sono membri el BID, stesso ente che spinge per la realizzazione dell’IIRSA.
• SOLLECITARE l’intervento dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i Diritti Umani, affinché un relatore speciale effettui immediatamente una investigazione sull’immenso impatto ecologico e sociale dell’IIRSA in Sudamerica, che inoltre aggraverà la crisi climatica globale.
• ORGANIZZARE denunce giuridiche nazionali ed internazionali che, in difesa dei nostri diritti costituzionali e dei diritti previsti della Convenzione 169 dell’OIT e nella Dichiarazione ONU sui diritti dei popoli indigeni, stabiliscano misure pre-cautelari che sospendano i progetti dell’IIRSA dove la loro implementazione causerà prevedibilmente pesanti sociali ed ambientali. Ciò, includendo l’appoggio alla denuncia in corso del popolo Wichi dell’Argentina davanti alla Commissione Interamericana dei Diritti Umani contro la miniera – inclusa nel progetto IIRSA – che ne distruggerà i territori e la vita.
• SOLLECITARE interviste con i presidenti dei BID, della Banca Mondiale, di Fonplata, della Banca Europea di Investimenti, della CAF, per analizzare gli impatti dell’IIRSA e il perché della mancata consultazione delle popolazioni interessate.
• CHIAMARE i presidenti progressisti del continente ad onorare il loro impegno di adesione alla Dichiarazione sui Diritti dei Popoli Indigeni dell’ONU, sommandosi alla posizione del presidente Evo Morales di “rivedere il progetto IIRSA per tenere conto delle preoccupazioni della popolazione”. Sollecitiamo il presidente Chavez, nel caso del conflitto dello stato Zulio, Municipio Mara del Socuy, con i popoli indigeni Wayuu, Bari e Yutpa, a derogare la concessione mineraria per l’estrazione del carbone e a revisore il progetto IIRSA associato alla miniera, per evitare la distruzione della sierra di Perijá, il pregiudizio alle comunità e la contribuzione al riscaldamento globale.
• SOLLECITARE il nostro fratello Evo Morales nel caso della strada Bioceanica Santa Cruz – Puerto Suárez, di orientare il progetto per includervi azioni di sviluppo e di giusta compensazione e misure che garantiscano benefici concreti alle comunità danneggiate.
• CHIAMARE le comunità dei popoli e le organizzazioni indigene del continente danneggiate dall’IIRSA a dichiararci in Allerta ed in Mobilitazione permanente per esigere la massima informazione sugli impatti del progetto e ribadire il nostro sentimento di rifiuto e di condanna.
• RAFFORZARE le alleanze costruite tra il coordinamento dei popoli indigeni andini – CAOI, amazzonici – COICA, e del Centroamerica – CICA, per affrontare la minaccia rappresentata dall’IIRSA e ottenere la sua revisione. CHIAMARE i fratelli che resistono in Brasile contro il modello sviluppista neoliberale spinto dal Brasile, ad ampliare la nostra alleanza, in particolare riferendoci al Movimento dei Senza Terra – MST, al Movimento Contro le Dighe – MAB e alla Rete di Monitoraggio delle banche – Rede Brasil sobre IFMs.
• ANNUNCIARE la costruzione di una campagna di revisione dell’ IIRSA che culmini con un incontro mondiale delle forze solidarie che lottano nell’ Abya Yala e anche in Europa, durante il Foro Sociale Mondiale che si celebrerà a Belém do Para – gennaio 2009 e accelerare il nostro coordinamento per effettuarne il lancio durante il Vertice Sociale dei Popoli che si terrà nel maggio 2008 a Lima, Perù.
La Paz, 19 gennaio 2008
-CAOI- Coordinamento Andino delle Organizzazioni Indigene
-Organizzazioni Indigene Andine e dell’ Abya Yala
-CONACAMI – Confederazione Nazionale delle Comunità del Perú
-ECUARUNARI – Confederazione dei Popoli Kichwa dell’ Ecuador
-ONIC- Oganizzazione Nazionale Indigena della Colombia
-ONPIA- Organizzazione Nazionale dei Popoli Indigeni dell’Argentina
-COICA – Lega delle Organizzazioni Indigene delle Valle Amazzonica
-CCP – Confederazione Contadina del Perù
-ANAMEBI – Associazione Nazionale dei Maestri dell’Educazione Bilingue (Perù)
-CONIVE – Consiglio Nazionale Indigeno del Venezuela
-Consiglio Indigeno del Nicaragua
-Confederazione Nazionale dei Popoli Autoctoni dell’ Honduras
-CNACHA – Consiglio delle Nazioni Aborigene Charrúa
-Lega Indigena del Basso Chaco – Paraguay
-Lega Regionale delle Comunità penalizzate dalla Miniera del Cusco
-Organizzazioni Indigene del Qollasuyo/Bolivia
-Confederación Sindical Unica de Trabajadores Campesinos Bolivia-CSUTCB
-Consiglio Nazionale di Ayllus y Markas del Qollasuyo – CONAMAQ
-Organización Indígena Chiquitana
-Federación de Juntas Vecinales – El Alto
-Asamblea del Pueblo Guaraní
-Federación Nacional Mujeres Indígenas Originarias Bartolina Sisa
-Confederación Sindical de Colonizadores de Bolivia