Gasdotto Tap, inammissibile l’emendamento per arrestare chi entra nei cantieri
L’emendamento, “al fine di garantire il regolare svolgimento dei lavori e tutelare la sicurezza del personale impegnato per la realizzazione dell’infrastruttura”, avrebbe applicato le pene previste dal codice penale a chi senza autorizzazione avesse travalicato i confini del cantiere o ne avesse impedito l’accesso: il Codice prevede anche l’arresto, da tre mesi a un anno. In base al testo del governo, per accelerare la realizzazione e limitare i disagi alla popolazione, le ulteriori autorizzazioni amministrative in materia ambientale e fitosanitaria sarebbero state adottate dalle amministrazioni centrali con l’ausilio dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale e dell’Istituto superiore di sanità. Ai due Istituti sarebbero stati destinati nel 2018 700.000 euro in totale. Contro l’emendamento, in attesa del parere di Boccia sull’ammissibilità, si erano schierati il Movimento 5 Stelle e Liberi E Uguali. “Faremo di tutto per bloccare il colpo di mano – affermano in una nota congiunta i deputati pentastellati -. E’ inaccettabile che un’opera inutile, anzi dannosa come il gasdotto Tap venga inclusa tra quelle considerate strategiche. No alle procedure speciali e alla militarizzazione dell’area di Melendugno. Una modifica di questo genere, evidentemente ordinamentale, non puo’ entrare nella manovra. Inoltre sarebbe l’ennesimo abuso di una politica che scavalca qualunque processo democratico e calpesta le comunità locali in ossequio alle grandi lobby delle fossili”. Sulla stessa linea il capogruppo di Sinistra Italiana-Possibile ed esponente di Liberi E Uguali Giulio Marcon: “L’emendamento del governo anti proteste Tap nella legge di bilancio non può essere dichiarato ammissibile: una forzatura inaccettabile. Una norma che niente ha a che fare con la legge di bilancio. Chiediamo al presidente della Commissione Bilancio Boccia di dichiararlo inammissibile e di farlo ritirare. L’emendamento è un esplicito attacco alle proteste popolari di questi mesi verso un’opera sbagliata e inutile e che deturpa il territorio. Ci sono già norme atte a garantire la legalità. La mobilitazione popolare non può essere criminalizzata e non si può usare la legge di bilancio per inserire norme che niente hanno a che fare con i contenuti della legge”. L’emendamento avrebbe reso il gasdotto un’opera di interesse strategico nazionale, come la Tav. Anche in Val di Susa, infatti, si è ricorsi allo stesso strumento legale per potenziare le difese dei cantieri della linea ad alta velocità. La dichiarazione di “sito di interesse strategico nazionale” in Piemonte è stata poi seguita dall’invio dei militari a protezione degli impianti. Ed è prevedibile che l’eventuale estensione di queste misure alle opere pugliesi possa aumentare le proteste dei comitati No-Tap nazionali e locali, che hanno avuto il sostegno anche di diversi prelati della zona. Pochi giorni fa il governatore Michele Emiliano dopo una visita ai cantieri salentini li ha addirittura paragonati ad Auschwitz, cosa di cui poi si è scusato. Emiliano ha contestato la presenza di reticolati e filo spinato: “Stanno militarizzando inutilmente una zona e i cittadini si sentono coartati e vedono in quella struttura qualcosa che ricorda cose tristi della storia”, ha dichiarato a Radio Capital. La prefettura ha poi disposto la rimozione del filo spinato. Adesso invece il governo sembra puntare su un’intensificazione dell’inasprimento, con la possibilità di arrestare i manifestanti che violino la recinzione.
(Pubblicato il 18 dicembre 2018)